mercoledì 28 maggio 2025

Divino Spirito

 

Divino Spirito

 

Organizzato da Iter Vitis - Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa, si è svolto a Roma, presso Palazzo Valentini (via Quattro Novembre,119 a) un Convegno dal titolo Divino Spirito, dove si è parlato del vino nella storia, nella cultura, nelle tradizioni e nella religione al quale ha partecipato quale relatore Sua Beatitudine Filippo I di Roma. Moderata dalla dott.ssa Emanuela Panke, Presidente di Iter Vitis, il convegno dopo i saluti istituzionali dell’assessore all’agricoltura del Comune di Roma dott.ssa Sabrina Alfonsi e del Presidente della Commissione Giubileo Roma Capitale dott. Dario Nanni ha visto le relazioni della dott.ssa Marcella Pisani, docente di Archeologia Classica dell’Università di Roma Tor Vergata che ha fatto una lezione su “Dioniso, le religioni antiche e il Vino", le cui prime coltivazioni furono in Armenia 4.000 anni fa e come, in Egitto, nella tomba di Nakht del 1552 a.c. si è trovata una vera e propria carta dei vini con denominazioni d’origine e qualità.

Il prof. Ernesto Di Rienzo, docente di Antropologia dei patrimoni culturali dell’Università di Roma Tor Vergata ha parlato delle “immagini e immaginatività del vino tra sacro e profano” e come Roma sia inserita nel progetto “Roma mater vinorum”.

Mons. Vittorio Gepponi, della Diocesi di Perugia ha parlato del “Vino nella Teologia e nella Ritualità Eucaristica della Chiesa Cattolica”.

David Palterer, Vice Presidente dell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze, nonché autorevole esponente della locale comunità ebraica ha parlato del “significato spirituale della coppa del Kiddush nell’Ebraismo”.

 

 

 

La Chiesa Ortodossa era rappresentata da padre Aron Horciu, parroco rumeno ortodosso di Montefiascone, che ha parlato dell’importanza del vino nella Divina Liturgia e da Sua Beatitudine Filippo Ortenzi, Arcivescovo Metropolita della Chiesa Ortodossa Italiana.

Riportiamo alcuni stralci dell’intervento di S.B.:  il vino è citato più di 200 volte nella Bibbia e il suo significato va ben oltre il semplice essere una bevanda,  era un simbolo di provviste e di celebrazione  che «allieta il cuore dell’uomo» (Sal 104:15).

Nel Nuovo Testamento Gesù si riferisce spesso al vino, il primo miracolo registrato di Gesù alle nozze di Cana, in cui trasformò l'acqua in vino (Gv 2:1-11) e durante l’Ultima Cena lo scelse quale simbolo per rappresentare una Nuova Alleanza nel sangue di Cristo, tra Dio e l’Umanità  (Lc 22:17-20 e Mt 26:27-29).

Se il pane simboleggia il corpo di Cristo spezzato per il peccato dell'umanità, il vino rappresenta il Suo sangue, versato “per noi e per molti” (Mt 26.28 e Mc 14:24) “in remissione dei peccati”. Molte sono poi le parabole evangeliche di Gesù che hanno ad oggetto il vino: la parabola  del vino nuovo in otri vecchi (Mc 2:22): "E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi. Se lo fa, il vino fa scoppiare gli otri e il vino è distrutto e anche gli otri. Ma il vino nuovo è per otri freschi", dove il vino  nuovo rappresenta la nuova alleanza e la vita fresca e dinamica dello Spirito che Gesù porta e ci invita  ad abbandonare le vecchie mentalità, simboleggiate dai vecchi otri. La parabola degli operai nella vigna (Mt 20:1-16), che illustra la grazia e l’amore di Dio che viene data gratuitamente a tutti, anche a coloro che si avvicinano per ultimi alla verità. La parabola della vite e dei tralci (Gv 15:1-8): "Io sono la vite, voi siete i tralci. Chi rimane in me e io in lui, è lui che porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla".  Gesù stesso però condanna (Lc 21:34) l’ubriachezza  e l’Apostolo Paolo nella lettera a Timoteo  ( 1:3) viete la nomina a vescovo di persone non "sobrie" e ”dedite al vino”, il vino pertanto è importante nella vita e nella liturgia ma deve essere consumato con moderazione. Lo stesso Paolo in Efesini 5:18, sconsiglia severamente di ubriacarsi di vino, mentre sconsiglia di essere astemi, tanto da raccomandare il consumo moderato di vino per motivi di salute in 1 Timoteo 5:23: "Smetti di bere soltanto acqua e usa un po' di vino a causa del tuo stomaco e dei tuoi frequenti disturbi". Nel raccontare questo fatto S.B. ha fatto una battuta, molto apprezzata, quando ha ricordato che due dei più malvagi criminali del XX secolo, Hitler e Bin Laden, erano ambedue astemi, “forse se avessero bevuto del buon vino avrebbero ragionato diversamente …”.

martedì 20 maggio 2025

Il Papa incontra i Fratelli Musulmani italiani

 Il Papa incontra i Fratelli Musulmani italiani


"nel contesto di una giornata dedicata al dialogo religioso" - come si legge in un comunicato dell'Unione delle Comunità Islamiche in Italia (UCOII) - Sua Santità Papa Leone XIV, ha incontrato il dott. Yassine Lafram, Presidente delle Comunità Islamiche d'Italia. Come è noto le Comunità Islamiche italiane dell'UCOII sono vicine alla Fratellanza Musulmana  (al-Iḫwān al-Muslimūn), organizzazione politica islamista fuorilegge non soltanto in Egitto, ma in diversi stati islamici come il Bahrain, l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, la Giordania, il Tagikistan e l'Uzbekistan, oltre la Russia e Israele e che sono al potere in Libia (dove la Repubblica Italiana riconosce il governo islamista di Tripoli, preferendolo a quello più laico di Tobruck) ed hanno l'appoggio della Turchia e del Qatar. Motivo dell'incontro, la richiesta da parte delle Comunità Islamiche italiane al Santo Padre affinché si rechi a Gaza, dove l'esercito israeliano sta, con metodi spesso discutibili, cercando di sradicare il partito islamista di  Hamas (Movimento di resistenza Islamico), branca palestinese dei Fratelli Musulmani. Che il Papa si renda disponibile a supportare aiuti umanitari alle martoriate popolazioni arabe gazawi è cosa buona e giusta ma, a nostro parere è inopportuno che si adoperi per supportare, nel nome di una fratellanza universale con i musulmani, un movimento che ha quale motto: "Allah è il nostro obiettivo. Il Profeta è il nostro capo. Il Corano è la nostra legge. Il  jihad è la nostra via. Morire nella via di Dio è la nostra suprema speranza" e sogna un Pianeta governato dalla legge islamica (sharia) e dove le altre fedi sono dapprima tollerate e successivamente estirpate. Non dimentichiamo l'estinzione del cristianesimo, avvenuta in tempi rapidissimi, in Tunisia (il Patriarcato di Cartagine fu uno dei più importanti centri di evangelizzazione dei primi secoli), Algeria (la patria di uno dei più grandi teologi della cristianità: Sant'Agostino), Libia e Marocco ad opera degli invasori arabo musulmani che hanno assoggettato, arabizzato e islamizzato con la violenza, le popolazioni locali. La fascinazione per i terroristi islamici da parte delle scolaresche degli universitari italiani è un fatto gravissimo, che la Chiesa Cattolica dovrebbe collaborare a ostacolare, invece con la retorica dell'antifascismo favorito dal corpo insegnante e dalle Sinistre che vedono nel Movimento di resistenza Islamico (Hamas) non un movimento di terroristi ma di partigiani da un lato si favorisce l'antisemitismo e dall'altro la crescente islamizzazione della nostra Nazione. Invece di favorire l'Islam con politiche immigrazioniste incontrollate il Papa dovrebbe difendere l'Italia quale paese cristiano e per far questo dovrebbe fare pulizia, ad iniziare dal quotidiano l'Avvenire, che spesso sembra un'allegato del Manifesto tanto da far eleggere un suo ex direttore europarlamentare nel PD dell'ebrea non credente Elly Schlein e dal sostituire quale Presidente della CEI il (catto)comunista Zuppi con un vescovo normalmente cristiano.
                                                                    Giuseppe Di Tarso





Taybet

Taybet la  Chiesa Ortodossa Italiana scrive all'a mbasciatore d'Israele per denunciare la violenza dei coloni israeliani contro l...