SORA (FR) Padre Sergio partecipa al ricordo di Norma Cossetto e delle Vittime delle Foibe
A Sora, cittadina frusinate di circa 25.000 abitanti situata nella Valle del Liri, padre Sergio Arduini, parroco di San Michele Arcangelo di Frosinone (della Chiesa Ortodossa Italiana), ha commemorato nella piazza dedicata ai Martiri delle Foibe la figura di Norma Cossetto, figlia del Podestà della città istriana di Visinada (oggi Vizinada) città italiana, dove dopo l'epurazione, l'esodo e l'infoibazione da parte dei partigiani comunisti jugoslavi, oggi è stata quasi completamente croatizzata (gli italiani da quasi 2000 al tempo della fine degli anni 30 sono rimasti appena una novantina). Norma Crosetto, studentessa al corso di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Padova, nonché esponente del G.U.F. (Gruppo Universitario Fascista) di Pola (oggi la croata Pula). La Crosetto era molto nota in Istria dove girava in bicicletta per raccogliere documenti utili per la sua tesi di laurea su Istria Rossa (dal rosso della bauxite della quale è ricca la regione istriana). Catturata dai partigiani comunisti, Norma Cossetto fu sottoposta a violenza carnale, torture e sevizi ed infine, il 5 ottobre 1943 fu gettata, nuda ed ancora viva, in una foiba, insieme a numerosi altri membri della comunità italiana dell'Istria.
Il corpo della giovane fu trovato con i seni pugnalati e un bastone infilato nella vagina. Anche il padre, Giuseppe Cossetto che si era unito alla Milizia di Trieste ed era tornato al paese insieme ad un parente, Mario Bellini, per cercare notizie della figlia, cadde in un'imboscata dei partigiani comunisti e fu, anch'esso, infoibato.
In memoria della studentessa, barbaramente assassinata dai partigiani comunisti, nacque nel 1944 a Trieste il Gruppo d'Azione Femminile "Norma Cossetto", unico reparto femminile paramilitare della RSI alle dirette dipendenze del Partito Fascista Repubblicano.
Dopo che nel dicembre 1943 con l'Operazione Nubifragio l'esercito tedesco occupò l'Istria, su denuncia della sorella e testimonianze di cittadine italiane del luogo furono catturati 16 partigiani comunisti dell'Esercito Popolare di Liberazione (partigiani comunisti jugoslavi di Jesip Broz Tito), la maggior parte comunisti filo-jugoslavi italiani (l'esterofilia, l'odio verso il proprio popolo e la propria nazione accomuna, da sempre, la sinistra antinazionale d'allora con quella sedicente democratica d'adesso).



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